Lo scorso 25 agosto il governo ha compiuto un nuovo passo verso la riforma delle CCIAA approvando, in esame preliminare, il decreto legislativo contenente le disposizioni per il riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio.
Decorsi 180 giorni dall’entrata in vigore del Decreto, il numero complessivo delle Camere si ridurrà dalle attuali 105 a un massimo di 60, attraverso l’accorpamento di quelle che hanno meno di 75mila imprese iscritte.
Il Decreto conferma anche il dimezzamento del diritto a carico delle aziende per l’annualità 2017. Tale riduzione è stata progressiva: nel 2015 è stato praticato un taglio del 35%, nel 2016 del 40%.
Questo contenimento, fatto in un’ottica di razionalizzazione dei costi, impatta in maniera sostanziale sui bilanci delle CCIAA per le quali i diritti rappresentano mediamente il 75% degli incassi. Il dimezzamento di queste entrate influirà proporzionalmente sui servizi che le camere erogano gratuitamente a favore delle imprese, non ultimo, quello di assegnazione diretta di contributi a favore delle aziende della provincia.
Per osservare gli effetti del primo taglio del 35% dei diritti camerali sulla realizzazione degli interventi economici possiamo addentrarci in un caso specifico, confrontando i bilanci della CCIAA di Pisa degli anni 2014 e 2015:
- nell’esercizio 2014 i diritti camerali incassati sono stati pari a € 10.085.072 (il 77% dei proventi correnti) a fronte della realizzazione di interventi economici per un valore di € 4.956.842
- nell’esercizio 2015 i diritti camerali incassati sono stati pari a € 6.628.053 (il 71% dei proventi correnti) a fronte della realizzazione di Interventi economici per un valore di € 3.020.813
Sono stati quindi reimmessi nell’economia territoriale circa due milioni in meno sotto forma di interventi a favore delle aziende: bandi e relativi contributi a fondo perduto inerenti la commercializzazione, l’internazionalizzazione, lo sviluppo occupazionale, la formazione e assistenza tecnica alle imprese, lo sviluppo tecnologico, nonché seminari e convegni e relazioni esterne.
A dimostrazione di quanto detto, entrando ancor più nel particolare, nello stesso periodo lo stanziamento sul “Bando per la concessione di contributi volti a sostenere gli investimenti e l’avvio di nuove imprese nella provincia di Pisa” è stato praticamente dimezzato e numerose aziende, seppur ammesse in graduatoria, non hanno ottenuto il contributo per esaurimento delle risorse.
Il risparmio dei costi vale la perdita degli incentivi e degli altri servizi erogati gratuitamente?
Dipende dal dimensionamento aziendale. L’importo del diritto camerale, infatti, è determinato sulla base del fatturato totale dell’impresa per le società, mentre viene pagato in misura fissa per le ditte individuali e quelle iscritte al REA.
Le micro/piccole imprese avranno un risparmio medio abbastanza contenuto a fronte di una perdita di servizi e contributi più sostanziale. Gli interventi agevolativi posti in essere dalla CCIAA sono infatti “costruiti ad hoc” per sostenere le imprese di più piccola dimensione nell’accesso al credito, nella partecipazione a fiere, nella realizzazione di investimenti.
Le medie e grandi imprese, invece, beneficeranno di un risparmio più consistente dal taglio dei diritti camerali e subiranno meno le conseguenze della perdita di incentivi e servizi erogati dalle varie camere di commercio.